mercoledì 7 marzo 2012

Di bellezza, di copyright e di altro...

Forse avrete notato che ho rimosso il post pubblicato lo scorso venerdì in cui riportavo il testo e la traduzione di una lettera pubblicata sul blog Love My Dress. Il motivo è che Annabel (curatrice e creatrice del blog), alla quale avevo fatto presente la mia condivisione, mi ha fatto notare che riteneva più corretto che io pubblicassi solo il link alla pagina del suo blog, senza riportare il testo. Io naturalmente ho acconsentito, visto che il copyright è il suo. Pertanto, se vi va, vi invito a cliccare su A manifesto on Body Image and Self Confidence per leggere la bellissima lettera scritta da Anna Kasparian ad una ragazzina di 10 anni...(purtroppo solo in inglese).

via Pinterest

Avrei voluto riportare qui di seguito il commento che accompagnava il mio post di venerdì, ma sbadatamente l'ho eliminato. Leggendo la lettera credo possa apparire chiaro il perché mi abbia tanto toccato il cuore. Senza fare retorica e senza nascondermi dietro false ipocrisie, sento di poter affermare che molti dei modelli di bellezza che giornalmente ho sotto gli occhi sono piuttosto lontani dal mio essere e dal mio modo di intendere la bellezza. A trent'anni suonati credo di aver acquisito abbastanza autostima da riuscire ad accettarmi (più o meno) per come sono, dando il giusto valore a ciò che mi circonda, senza farmi condizionare più di tanto. Ma non nascondo che da adolescente (con forme decisamente generose) mi sono portata addosso il peso di certe immagini di modelle bellissime alle quali avrei tanto voluto assomigliare. E oggi, guardando mia figlia, mi chiedo se sarò in grado di guidarla e di fornirle i giusti strumenti per combattere i momenti di sconforto che inevitabilmente si troverà a vivere, magari semplicemente guardandosi allo specchio. L'immagine è certamente importante, ma non quella a cui ci dicono di dover assomigliare, bensì quella a cui ci sentiamo di assomigliare, quella che ci appartiene. Ironia della sorte, ho capito questa cosa proprio il giorno delle mie nozze, quando guardandomi con l'abito bianco indosso non ho visto la sposa grassottella e imperfetta che avevo immaginato nei miei peggiori incubi, ma al contrario una sposa bellissima, perfettamente a suo agio nel suo abito taglia 46 e con due occhioni grandi che sprizzavano gioia ovunque. Non ero certo la sposa che avevo sognato di essere fin da bambina...ero molto, molto meglio! ;-) Mi auguro che mia figlia arrivi a capire questo molto prima di me, che possa imparare presto a vivere in sintonia con il suo corpo, che sappia dare il giusto peso ai miti e alle mode del momento. Insegnarle tutto questo sarà compito mio e magari un giorno mi ritroverò a scriverle una lettera simile quella scritta da Anna.

Baci e a presto,
Vale

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